E’ il portamento scenico, la tecnica per emozionare gli altri, l’argomento del videocorso 05 tenuto dalla vocal-coach Roberta Faccani sul #sitodellevoci.
“Oggi si parla di come si impara ad avere una presenza scenica sul palco, il “portamento scenico”.
Sebbene queste siano caratteristiche che rientrano nella dotazione nel talento naturale (che gli americani chiamano “contact”), ci sono ovviamente delle tecniche che si possono imparare. Bisogna emozionare gli altri, e crediamo spesso che il nostro sentire emozioni interne le renda percepibili esternamente: non è sempre così, ci sono delle regole da rispettare e ve le voglio velocemente illustrare.
Primo punto: gli occhi non vanno quasi mai chiusi, o se li si deve chiudere allora lo si deve fare a regola d’arte; a meno che non si sia dentro una scelta registica teatrale ben precisa, il cantante in un live dovrà interagire maggiormente con il pubblico e dunque cercare di non isolarsi.
Secondo punto: non fare gesti inopportuni, come sistemarsi i capelli o i vestiti, non guardare altrove; è necessario muoversi in modo coordinato soprattutto quando si canta in un live pop, e soprattutto quando non si canta, dunque usare le pausa in maniera artistica.
Terzo punto: non sottolineare i propri errori né prima né durante né dopo, “ho sbagliato e lo faccio percepire”; nascondersi e non farsi vedere allarmati.
Quarto punto: quando siete in un concorso, e dovete approcciavi a una giuria, non guardate il giudice cercando di compiacerlo o di capire i suoi pensieri. State attenti anche a non trasmettere insicurezza, “ho fatto bene questo acuto?”. Siate naturali, siate dentro il vostro proprio film.
Quinto punto: se si vuole interagire con il pubblico, mangiarselo, farselo amico, si può anche guardarlo negli occhi e sfidarlo, ma tutto deve esser fatto con una certa naturalezza e credibilità. Fare il personaggione non porta a una giusta comunicazione.
Sesto punto: se si vogliono fare dei gesti ai fonici, per dare loro input per un ascolto migliore, usare atteggiamenti minimi senza palesare un disagio nell’ascolto.
Settimo punto: crearsi una propria storia interna ripensando magari a una persona, un fatto, o una determinata emozione, e usarla per riuscire a trasmettere una reale emozione al pubblico.
Ottavo punto: avere una giusta pro-percezione degli spazi scenici, quindi muoversi sia per interagire meglio con il pubblico ma anche per evitare di scontrarsi magari con altre persone od oggetti sul palco.
Ultimo punto: cantare significa immergersi in tre meccanismi contemporaneamente, musica, parole, e voce. Devono combinarsi in armonia e consequenzialità”.
Elisabetta Landi – Ufficio Stampa astralmusic